Premessa

Il percorso del malato assume, ai giorni nostri, caratteristiche peculiari. Fortunatamente, viviamo in un tempo in cui è possibile intervenire su una diagnosi infausta con esiti positivi, in molti casi, per la lungo vivenza. Tuttavia, per quanto la medicina abbia fatto importanti progressi nella definizione di nuove cure e nel crescente rispetto della qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari, non possiamo ancora ignorare l’evidenza che intraprendere un percorso di cura comprenda condizioni di grande sofferenza e, in alcuni momenti, di indiscussa drammaticità.

Sappiamo infatti, in qualità di tecnici del settore oncologico, quanto la comunicazione della

diagnosi tumorale sia un evento tra i più stressanti nella vita della persone. La stessa parola, “cancro”, appartiene ancora al regno del tabù, dell’incontrollabile, dell’indeterminato.

Inevitabilmente, l’ingresso nella malattia si trasforma in un’occasione di profonda crisi emotiva che generalmente attraversa varie fasi che arrivano a comprendere emozioni quali l’incredulità, lo shock, la rabbia, per proseguire verso la rassegnazione e l’adattamento. La nostra esperienza quotidiana ci porta ad incontrare persone che, con determinazione e volontà, affrontano un iter terapeutico complesso, comprendente fasi specifiche spesso molto diverse le une dalle altre: l’operazione, la chemioterapia, la radioterapia, il rientro ad una nuova “normalità” esistenziale. Continuamente, siamo portati ad individuare, supportare ed accrescere ogni risorsa emotiva e fisica dei nostri pazienti, per tentare di costruire insieme una rinnovata e possibile progettualità di vita. Continuamente, cerchiamo di contribuire all’acquisizione di nuovi linguaggi e

nuovi meccanismi di adattamento psicologico a una condizione esistenziale mutata. Tuttavia, non tutte le giornate dei nostri pazienti sono “buone” giornate. Il senso di questo libro parte proprio da questo tipo di considerazioni. Dall’idea cioè di offrire a tutte le persone che affrontano la malattia, e naturalmente non solo l’evento tumorale, un “buon” pensiero, un “pensiero buono” per ogni giorno dell’anno, che sia di stimolo e di supporto alle risorse della mente e dell’anima, nella ferma convinzione che un pensiero positivo, se supportato da una riflessione consapevole, costituisca un validissimo aiuto nella cura. Sebbene non possiamo considerare un libro come una panacea ad ogni male, ed invitiamo ogni paziente ad affidarsi nel suo percorso di cura a validi professionisti di

riferimento, riteniamo comunque che la parola abbia il potere di scaldare il cuore e sortire un effetto benefico. Per questo motivo abbiamo pensato ad un aforisma per affrontare ogni giorno dell’anno. Per provare a sorridere, riflettere, e incoraggiare tutte quelle persone che sostengono un periodo di difficoltà.

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